Per favorire un cambiamento è necessario prima di tutto poterlo immaginare e capire quali saranno le conseguenze che esso porterà in un contesto sociale. Per generare un cambiamento sociale, spesso ci si affida a interventi normativi poco spiegati o approfonditi con il risultato di sviluppare una resistenza verso le novità. La ricerca comportamentale propone invece l’approccio opposto, cercando di innescare il cambiamento nell’azione di ciascun individuo, grazie all’ampliamento della sua conoscenza e della sua responsabilità verso un tema di interesse collettivo.
Per sensibilizzare le decisioni di ciascun cittadino, alcune attività risultano più efficaci nel modificare l’atteggiamento e la condotta di una popolazione, perché basate su pratiche naturalmente piacevoli, che riducono quindi lo sforzo verso il cambiamento e rendendo più consapevole la sua utilità.
Giocare rappresenta l’attività che con più facilità attraversa le culture, superando i confini geografici o di età e che si fonda essenzialmente sul divertimento dei partecipanti e sull’apparente mancanza di uno scopo concreto. Nonostante questo, il gioco incanala la motivazione e le emozioni dei giocatori, sostiene il loro impegno e permette di migliorare man mano che si prende confidenza con le regole del gioco stesso. È infatti l’equilibrio tra la conoscenza delle regole e la spinta data dal divertimento a far evolvere i comportamenti di chi si trova intorno ad un tavolo, dietro lo schermo o a correre all’aria aperta.
Il gioco quindi può essere applicato a numerosi campi, divenendo un mezzo di trasformazione che parte proprio dal singolo giocatore, e lo avvicina in modo gentile a nuove prospettive. In ogni caso è possibile capire su quali comportamenti agisca il gioco e quali di essi vengono rafforzati attraverso la pratica, analizzando come le meccaniche ludiche si “incastrano” con le strategie e le azioni dei giocatori durante una partita.